Nelle prossime righe leggerai una proposta completamente innovativa per fare teatro. Quello che presento di seguito rappresenta una maniera rivoluzionaria di concepire il teatro ed il training teatrale.
Che tu lavori nel teatro convenzionale o nel teatro sociale, che tu svolga il ruolo di Regista, di Attore o di Attrice, che tu lavori nella Facilitazione di Gruppi o in percorsi educativi attraverso il Teatro, queso articolo ti svelerà una pratica semplice ma incredibilmente efficace per aumentare il valore estetico ed emozionale di laboratori, spettacoli e performance teatrali.
Lascia che ti spieghi. Nell’articolo l’Arte della Meditazione ho descritto cos’è la meditazione e a cosa serve. Ma in questo articolo voglio descrivere in dettaglio come questa pratica possa cambiare la maniera di fare teatro ed innalzare la qualità del training teatrale. Tra pochi istanti scoprirai di più!
Che c’entra la meditazione con il teatro?
La meditazione svolge, nell’ambito del training teatrale e dell’educazione teatrale, molteplici funzioni.
Per accogliere un personaggio bisogna fare del vuoto. Bisogna fare del vuoto nello spazio dell’azione teatrale e nello spazio interno a ciascun attore ed a ciascuna attrice. Il vuoto è funzionale ad accogliere i personaggi che arrivano, ad incarnarli ed a rappresentarli sulla scena. Una buona meditazione aiuta a liberare la mente da pensieri ed emozioni superflue e prepara il corpo ed il cuore al personaggio da interpretare.
Un buon teatro è fatto da un lavoro di squadra. Costruire buone relazioni ed un’intesa perfetta sono due elementi alla base della creazione di qualsiasi spettacolo. Che sia una performance per strada, una saggio a scuola o una prima al teatro San Carlo di Napoli tra attori, attrici e chi li guida è essenziale la costruzione costruire relazioni di fiducia, rispetto, tolleranza e ascolto. Sono 4 ingredienti che fanno la differenza. La meditazione è un potente strumento per tenere a bada l’ego arrogante e capriccioso che tutti possediamo e focalizzarlo alle buone relazioni ed all’accettazione di differenti punti di vista, in nome del bene del gruppo.
Rimanere centrati in ogni istante è la chiave dell’azione scenica. In secondo luogo aiuta a mantenere la concentrazione sull’azione da svolgere sul palcoscenico. Che sia funzionale all’improvvisazione o all’interpretazione di un copione ripetuto centinaia di volte. La concentrazione che fornisce la meditazione trasforma un gruppo di attori ed attrici in un unico organismo pulsante sul palcoscenico. Ogni attore ed attrice sarà in grado di percepisce pensieri, emozioni e movimenti di tutti gli altri in ogni momento. Si crea una perfetta sincronia che trasforma un racconto teatrale in una storia vera!
Finito lo spettacolo bisogna ritornare alla normalità! Spesso dopo un training o dopo una rappesentazione quei personaggi che hanno invaso con tanta passione lo spazio teatrale non hanno voglia di andarsene. Se sei un attore o un’attrice e ti porti a casa uno di questi personaggi, la tua vita privata, il tuo lavoro ed ogni momento della tua quotidianità rischia di essere invaso da qualcosa che non ti appartiene, se non sul palcoscenico. Meditare, dopo uno spettacolo, un laboratorio e nella pratica quotidiana, ti permetterà di allontanare presenze scomode nella tua vita.
Alle volte c’è poca distanza tra finzione e realtà! Quanto detto è ancora più importante se lavoriamo con il teatro sociale, dove il più delle volte vengono raccontate storie vere. Sono storie che raccontano la gioia, ma anche il dolore, la violenza o situazioni di difficoltà dei protagonisti nella loro vita reale. La meditazione aiuta a sostenere chi guida laboratori e training di teatro sociale ed aiuta a gestire le emozioni che nascono nel gruppo che riceve ed interpreta quelle storie.
Le principali pratiche di Meditazione e come utilizzarle per fare Teatro
E’ arrivato il momento di concepire in maniera operativa il legame tra meditazione e teatro. Tra pochi istanti leggerai la descrizione delle principali pratiche di meditazione e la definizione di come ciascuna di essere può essere utilizzata in ambito teatrale.
A livello mondiale, vi sono solo alcune pratiche e sperimentazioni di questo genere e quasi nessuna sistematizzazione come questa presentata di seguito. Utilizza questa descrizione come cassetta degli attrezzi e come fonte di ispirazione per adattarla come meglio credi alla tua pratica teatrale.
Meditazione Zen. È la classica forma di meditazione buddista, da praticare seduti a terra con le gambe incrociate, la schiena dritta e gli occhi chiusi. Questa pratica meditazione, consciuta nello specifico como Zazen, meditazione da seduti, è quella a cui normalmente associamo l’idea di meditazione. – Da essa derivano la maggior parte delle meditazioni descritte di seguito.
Meditazione Vipassana. Conosciuta anche come meditazione consapevole, si origina dal buddismo. Si basa sulla consapevolezza della nostra respirazione. Viene eseguita in maniera graduale. Il primo passo è concentrarci sul respiro. Successivamente possiamo passare a concentrarci sul nostro corpo percependo ogni parte che lo compone, fino a percepire il cambiamento permanente che avviene in esso e la connessione con il cambiamento permanente presente al di fuori di noi. È così che arriviamo a percepirci in unione con il resto dell’universo. L’ultimo stadio è il raggiungimento di una pratica che ci permetta donare Amore incondizionato. – Da utilizzare principalmente durante la creazione di un nuovo gruppo teatrale, per la costruzione di buone relazioni tra i suoi membri e per concepire il fare teatro come un’attività in grado di cambiare il mondo.
Meditazione Mindfullness. Derivata dalla Meditazione Vipassana e dalla Meditazione Zen vietnamita, è oggi una delle pratiche più diffuse in occidente. L’obiettivo di questa meditazione è quello di apprendere ad essere consapevoli di ciò che accade dentro e fuori di noi, senza esserne assorbiti. La base di questa meditazione è la concentrazione sul respiro. – Utilissima prima di andare in scena. Prepara il corpo e la mente ad avere piena presenza sul palcoscenico.
Meditazione Gentile. Anch’essa di origine buddista, è conosciuta anche come meditazione Metta nella lingua pali significa benevolenza o gentilezza. Corrisponde al termine sanscrito Maitri. Consente di raggiungere uno stato di Amore incondizionato e di compassione, ovvero quel sentimento che comprende e accompagna il dolore altrui. Si pratica focalizzando l’attenzione nel centro del petto, sentendo la percezione di calore ed energia in questo punto e recitando delle frasi che invocano la felicità e la liberazione da qualsiasi legame terreno. – Ideale per gestire eventuali confliti pesenti in una compagnia teatrale o, nel caso di teatro sociale, per ridurre le emozioni negative che possono sorgere dopo il raccontato una storia ripresa dalla vita reale.
Meditazione Trascendentale. Creata dal maestro yoga Maharishi, la Meditazione Trascendentale si basa sulla ripetizione ad occhi chiusi di un mantra, in modo da azzerare la mente e ritrovare uno stato di benessere e di profonda serenità interiore. – Molto utile dopo uno spettacolo o un training caratterizzato da particolare tensione emotiva. Per lasciar andare i personaggi che sono stati interpretati e ritornare alla vita quotidiana.
Meditazione Taoista. Basata sulla complessa e affascinante filosofia di origine cinese del Tao, il principio da cui ha origine ogni cosa. Se, come dice il Taoismo, il Tao non può essere definito, ma solo scoperto attaverso l’esperienza quotidiana della vita, anche la meditazione Taoista non può essere definita o semplificata in una serie di azioni da compiere. Le differenti poposte di meditazione Taoista hanno tutte come obiettivo permettere que fluisca il Chi, l’energia vitale che, se bloccata è causa di sofferenze e infelicità. – Da utilizzare per il training teatrale,per preparare il corpo e lamente ad interpretare nuovi personaggi.
Meditazione Tantrica. Contrariamente al pensiero comune, il Tantra non si riferisce esclusivamente ad aspetti legati alla sessualità. Riguarda piuttosto tutte quelle forme che hanno origine in antiche pratiche di tradizione orientale con lo scopo di garantire l’elevazione spirituale, ovvero la presa di coscienza dell’unione dell’essere umano con il cosmo. Lo scopo della meditazione tantrica è quello di risvegliare la coscienza addormenta, denominata Kundalini, che è una forma di energia che si trova alla base della colonna vertebrale. -Molto utile per il training teatrale, per donare rinnovate energie al corpo e prepararlo all’azione scenica.
Meditazione Yoga. Dalla tradizione tantrica è nato lo yoga, rappresentato da un insieme di pratiche in grado di lavorare non solo sul corpo fisico ma anche sui corpi sottili, ossia quei corpi caratterizzati da un livello di energia più elevato e da minore densità che nel loro insieme permettono la nostra esperienza terrena. Ci sono varie forme di meditazione Yoga. Oltre alla meditazione Tantrica, che è alla base della meditazione Yoga, la più comune è la meditazione dei Chakra, centri energetici presenti nel nostro corpo. – Come nel caso della meditazione tantrica, da utilizzare come preparazione del corpo all’azione.
Meditazione Om. Om è un termine sacro che se viene ripetuto almeno 21 volte rappresenta un mantra, ovvero un suono in grado di facilitare la connessione con il divino. Non vi è una definizione univoca di Om, che in sancrito si scrive Aum. Questo suono è definito il suono primordiale, la vibrazione da cui tutto ha avuto origine. La ripetizione di questo mantra porta pace e tranquillità mentale. Insieme a questo vi sono altri suoni, di alta vibrazione, che possono essere usati come mantra per meditare. – Da utilizzare prima di andare in scena. E’ un’azione semplice ma molto potente per prepararsi allo spettacolo.
Meditazione Islamica. Deriva dalla tradizione Sufi, la parte esoterica e mistica dell’Islam di cui Al Rumi è stato uno dei maggiori padri fondatori. Influenzato molto dalla tradizione dello Yoga indiano, il Sufismo si basa sulla morte dell’Ego per favorire la rinascita della verità, in modo da garantire la nostra fusione con l’Amato, ossia con Dio. All’interno di questa tradizione, vi sono vari tipo di meditazioni, in quiete o in movimento o danzando. Particolarmente conosciuta è la meditazione del cuore. Una pratica basata sulla coscienza del respiro e sulla visualizzazione di un luogo, dentro di noi, in cui tutto è pace, tranquillità e Amore. Possiamo inserire qualsiasi pensiero, idea, ricordo che arriva alla mente in questo lugo. Possiamo immergere qualsiasi esperienza della nostra vita nell’Amore. – Particolarmente utile per gestire i conflitti in una compagnia teatrale o ridurre la tensione e la sofferenza che si potrebbero generare durane un laboratorio di teatro sociale.
Meditazione Cristiana. La Meditazione Cristiana ha lo scopo di farci raggiungere la purificazione morale e permettere una profonda comprensione dei testi sacri. Si realizza grazie alla preghiera contemplativa, alla lettura contemplativa o al silenzio che porta ad una concentra integrale, con mente, cuore e anima, sulla presenza di Dio. -Per chi ha particolare slancio verso questo modo di pregare, può essere utilizzata prima o dopo uno spettacolo.
Meditazione Camminata. Praticata dallo stesso Buddha, questa meditazione si pratica, come dice la parola, camminando. La base di questa meditazione è essere coscienti in primo luogo del respiro. Successivamente è possibile prendere consapevolezza del corpo della posizione e delle tensioni che appaiono ad ogni passo. È possibile praticare la meditazione camminata in casa o all’aperto. Questa pratica quotidiana aiuta a ritrovare la pace nel movimento quotidiano. – Da utilizzare prima di entrare in scena, oppure dopo lo spettacolo per scaricare tensioni superflue.
Meditazione Dinamica. Creata da Osho, permette di scoprire il silenzio a partire dalle energie del movimento. Consente di dare libero sfogo a suoni e movienti che siamo in grado di produrre con il nostro corpo, per poi dar luogo ad un periodo di immobilità e di percezioni delle energie che ci scorrono dentro. Molto adatta per chi non riesce a praticare la meditazione in uno stato di quiete e di concentrazione. – Uno strumento molto interessante per un teatro di ricerca, che permetta la costruzione di nuovi personaggi a partire dal movimento.
Meditazione Hoponopono. L’Oponopono è una formula hawaiana molto potente, da ripetere come un mantra ogni volta che desideriamo risolvere un conflitto con qualcuno, una situazione dolorosa anche se fisicamente lontana da noi, o qualsiasi altra circostanza che ci provoca rabbia e dolore. Può essere praticata anche per entrare in armonia con il resto dell’universo. Il mantra, nella forma in cui è stata tramandata in occidente, recita. “Mi dispiace, Perdonami, Grazie, ti Amo”. È possibile pronunciarlo indirizzarlo ad una persona specifica, ad una situazione o a se stessi. Da associare a sessioni specifiche di teatro sociale. Particolarmente adatto da usare con lo Psicodramma
Chi sono io? Derivante da tradizioni indiane antichissime, questa pratica è stata diffusa nel ventesimo secolo da Ramana Maharshi ed oggi viene utilizzata da maestri contemporanei come Mooji. Questa meditazione si basa su una procedura apparentemente molto semplice: chiederci in silenzio “chi solo io?”. La risposta non deve essere una risposta verbale. Bisogna escludere qualsiasi definizione. A differenza di altre meditazioni che si focalizzano su un oggeto, qui la focalizzazione è sul soggetto stesso. La ricerca dell’Io sarà in questo modo una ricerca intrinseca, focalizzata ad avvicinarci a sentire la nostra essenza più profonda, che si trova al di fuori di qualsiasi definizione. – Da associare a pratiche di Teatro Terapeutico.
Presence in Stillness. Tradotta in italiano con l’espressione Presenza in quiete. Non è di per se una meditazione, ma un insieme di pratiche ispirate dal buddismo, create da Mike Boxhall. Si basa sul raggiungimento di uno stato di presenza che permette la connessione con l’altra persona. Una parte importante di questa pratica viene svolta in coppia. In ciscuna voppia una delle due persone riceve e l’altra dona, ponendo le mani sul corpo dell’altra persona perché funzionino da antenne, o da connessione. La base della Presence in Stillness è che per generare il cambiamento non bisogna fare nulla. Tutto avviene esattamente come deve avvenire. Tutto è perfetto. Ho avuto l’onore di conoscere personalmente e seguire Mike Boxhall quando vivevo ancora in Sud America. È per me un grande maestro occidentale. -Da utilizzare per costruire e rafforzare le relazioni tra i membri di una compagnia. Può essere utilizzata anche come pratica di rilassamento dopo uno spettacolo.
Meditazione delle Rose. Deriva dalla Scuola di lettura dell’Aura delle Rose di cui sono stato discepolo per alcuni anni. È una meditazione che, grazie alla presenza della Rosa, come elemento simbolico, permette una purificazione energetica completa, chakra per chakra. Per apprenderla è necessaria ricevere una formazione specifica. – Da utilizzare per preparare corpo, mente e cuore all’interpretazione di un personaggio. Può essere utilizzata anche per una purificazione profonda dopo lo spettacolo.
Meditazione guidata. È caratterizzata dalla presenza di una voce guida, che permette di canalizzare l’attenzione di chi medita sui differenti passaggi da compiere e condurre la mente verso lo statto di quiete e di intuizione. Non deriva da una specifica scuola spirituale. Può essere utilizzata per guidare la maggior parte delle meditazioni descritte anteriormente. È il miglior modo per iniziare a meditare. – Nei miei laboratori e nei miei training, scelgo quasi sempre di guidare una meditazione per iniziare la giornata o per rielaborare una pratica di particolare intensità fisica ed emotiva.
Se vuoi avere maggiori informazioni sulle modalità di meditazione guidata che utilizzo scopri il
Ed in ogni caso, qualsiasi forma di meditazione tu scelga di praticare, inizia ora! La Meditazione è un bene prezioso di cui tutti possiamo godere.
Felice meditazione a te!
Antonio
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