C’era una volta Mamadou, un ragazzo che viveva in un luogo meraviglioso, pieno di storia, di cultura, di musica, di danza e di natura incontaminata.
Ogni giorno Mamadou doveva fare tanti chilometri a piedi, per arrivare nel caos della città e trovare dei lavori occasionali con cui portare a casa pochi spiccioli per aiutare la sua famiglia. Mamadou ascoltava dai suoi amici le storie di un luogo lontano dove non avrebbe dovuto camminare più così tanto per andare a lavorare.
Un giorno Mamadou decise di intraprendere un lungo viaggio che lo avrebbe portato in quel luogo. Un luogo dove avrebbe potuto ricominciare a studiare ed avrebbe avuto una vita migliore. Un luogo dove avrebbe trovato generosità ed abbondanza.
Per questo motivo Mamadou salutò sua madre, suo padre, i suoi fratelli e le sue sorelle e tutta la gente del villaggio. Disse che sarebbe partito per un lungo viaggio in cerca di una vita migliore e che avrebbe inviato notizie tutte le volte che poteva. Mamadou fece molti giorni di cammino a piedi ed arrivò in una terra lontana dalla sua dove si fermò a lavorare per qualche tempo. Mise insieme i soldi che gli permisero di pagare un viaggio attraverso il mare.
Per questo motivo, appena aveva messo insieme i soldi, Mamadou salì su un barcone, insieme ad altre persone. Alcuni parlavano la stessa lingua che parlava lui, e questo gli dava un po’ di conforto. Trascorse molti giorni e molte notti su quel barcone. Non c’era posto per distendersi, ma solo per stare seduti.
Ad un certo punto arrivò una tempesta, che fece sobbalzare l’imbarcazione. Mamadou finì in mare insieme ai suoi compagni di viaggio. Alcuni se ne andarono per sempre inghiottiti dal mare. Altri rimasero attaccati all’imbarcazione aiutandosi tra loro come potevano.
Finché finalmente arrivò una barca molto grande in loro soccorso. Le persone che guidavano quella barca diedero a Mamadou ed ai suoi compagni dei vestiti nuovi, delle coperte e del cibo. Dopo alcune ore arrivarono sulla terra ferma. Mamadou sapeva che a partire da quel momento la sua vita sarebbe cambiata per sempre. Sapeva che non sarebbe stato facile. Incontrò tante persone generose, ma anche tante difficoltà. Incontrò persone che gli dicevano “torna a casa tua” oppure “ci stai togliendo il lavoro” oppure ancora “sei uno stupratore, come tutti i tuoi simili”. Ma incontrò altre persone che gli dicevano “tu sei uguale a noi” oppure “vogliamo insegnarti la nostra lingua e vogliamo apprendere la tua lingua” oppure ancora “sei una persona molto coraggiosa. Vogliamo ascoltare la stua storia. Vogliamo essere tuoi amici”.
E così Mamadou incontrò Il Teatro della Tenerezza dove ha raccontato questa storia.

Mamadou è uno dei tanti Minori Stranieri non Accompagnati (MSNA) arrivati in Italia in cerca di una vita migliore. La storia di Mamadou testimonia che il Teatro è un importante strumento per l’Integrazione Linguistica e Culturale.
Il Teatro è uno strumento che permette ai differenti soggetti che operano nell’ambito dell’accoglienza non solo di ascoltare storie come quelle di Mamadou ma anche di riconoscere i conflitti e le necessità dei MSNA che vengono accolti.
Per questo, lavorare attraverso il Teatro per l’Integrazione linguistica e culturale significa coinvolgere diversi Agenti, in particolare:
Le istituzioni, responsabili di decidere e coordinare le politiche dell’accoglienza dei MSNA.
Le persone che lavorano nei progetti di aiuto (educatori, insegnanti di lingua, volontari) responsabili di ascoltare ed accogliere i bisogni quotidiani dei MSNA.
Le persone che scelgono di essere Tutor dei MSNA e diventano responsabili della loro vita e del loro benessere.
Tutti i cittadini e le cittadine, che hanno l’opportunità di guardare l’integrazione come una risorsa di cambiamento e di miglioramento della nostra società, invece che come un rischio.
Raccontare la propria storia è un BALSAMO per ogni essere umano!
Il Teatro è uno strumento per raccontare le nostre storie ed ascoltare storie come quelle di Mamadou, in nome dell’Integrazione, costruita a partire da una pace attiva, una pace basata sulla gestione non violenta dei conflitti e sull’ascolto profondo.
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