18 mesi di di lavoro. Oltre 100 persone coinvolte. 4 continenti di origine. Quest’articolo è uno strumento di azione per chiunque lavori nell’ambito dell’integrazione.
Risultato di una serie di laboratori di ricerca-azione condotti in differenti contesti a cui hanno partecipato italiani e stranieri, lavoratori e disoccupati, richiedenti asilo, rifugiati, senza fissa dimora, minori stranieri non accompagnati, volontari, educatori ed operatori. Un documento per portare un contributo di valore al dibattito sull’Integrazione. Perchè crediamo che l’incontro, la tolleranza e l’ascolto siano le chiavi per re-inventare le nostre società.
Scritto in collaborazione con Stefania di Prima
Perchè il Teatro?
Uno degli ostacoli all’apprendimento dell’Italiano come lingua seconda è legato alla presenza di barriere culturali. Si tratta di quelle barriere che nascono da stereotipi e pregiudizi. Tali barriere sono particolarmente evidenti in contesti che includono categorie svantaggiate come richiedenti asilo, rifugiati e, in generale, immigrati economici, sociali, ambientali e politici.
Le differenze culturali che creano contesti di multiculturalità rappresentano allo stesso tempo delle difficoltà per l’integrazione in una nuova società. Nascono conflitti tra chi chiede di essere accolto e chi, come operatore o come semplice cittadino, dovrebbe accogliere.
Un secondo ostacolo all’apprendimento dell’italiano, in particolare tra i richiedenti asilo è dato dalla relazione che intercorre tra l’apprendimento e i processi di tipo psico-affettivo connessi.
L’Integrazione Linguistica e Culturale è preceduta da un senso di smarrimento iniziale. Chi apprendere la lingua del paese in cui è accolto, soprattutto se ha lasciato il suo paese con dolore, non sa più dov’è la sua identità.
La lingua madre è la lingua della sfera emotiva, delle pulsioni, del pensiero che precede l’agire. La seconda lingua invece è quella della sfera razionale, è un mero strumento attraverso il quale l’individuo riesce ad organizzare il proprio vivere quotidiano.
L’uso di metodologie partecipative basate su creatività ed autostima favoriscono l’integrazione ed il dialogo. Il Teatro permette la presa di coscienza dell’esistenza di canali di comunicazione non necessariamente verbali che accompagnano e potenziano l’apprendimento della lingua.
Il linguaggio teatrale dà importanza alla sfera emotiva. Le emozioni vengono rimesse in movimento. Il pensiero creativo alla base del lavoro del Teatro sociale presuppone il confronto, lo scambio, la legittimazione reciproca. Riconosce il conflitto tra le persone e quello tra la persona e la nuova lingua
Il Teatro Sociale focalizza l’attenzione sulla storia di vita dell’individuo e permette la rielaborazione di situazioni di tensione che di per sé possono limitare la fiducia e la capacità di entrare in relazione in un contesto molto lontano dal paese di origine.
Ancora una volta, l’azione teatrale favorisce invece l’interculturalità ,il dialogo tra le culture e la presa di coscienza che ciascun essere umano possiede una differente visione del mondo.
L’interculturalità è un processo educativo intenzionale, strumento del Teatro sociale per la gestione dei conflitti, per costruire cooperazione tra “noi e l’altro” in una visione non dicotomica ma armonica della società.
I protagonisti del Teatro Sociale per l’Integrazione
Questo strumento è a beneficio di persone che prevedono di risiedere in Italia per un lungo periodo ma è di grande utilità anche per operatori, educatori, insegnanti di lingue, rappresentanti di istituzioni e tutor di minori stranieri non accompagnati.
E’ bene ricordare che l’integrazione non è esclusivamente responsabilità di chi arriva in Italia. Una grossa fetta di responsabilità è a carico di ciascuno di noi.
Come cittadini e cittadine italiane abbiamo la il dovere e l’opportunità di vivere in nome dell’integrazione, per costruire società più aperte, più tolleranti, più ricche di valori e di umanità.
Creare un laboratorio di Teatro Sociale per l’Integrazione
Il Teatro Sociale non ha come obiettivo necessariamente la creazione di uno spettacolo o di una performance finale. Sebbene l’estetica teatrale è indispensabile per fare teatro, il focus del Teatro Sociale è sulla gestione dei conflitti che interessano le persone partecipanti.
Tuttavia, la creazione di uno spettacolo o di una performance può avere un valore educativo importante, se lavorare per la creazione di un prodotto finale permette di migliorare l’autostima delle persone partecipanti e di rafforzare le relazioni all’interno del gruppo.
Nell’ottica dell’integrazione, un laboratorio-percorso di teatro sociale deve contemplare le seguenti tappe:
1. Diagnostico ex-ante del gruppo. E’ di grossa utilità conoscere in precedenza se il gruppo che vivrà l’esperienza è un gruppo misto (italiani e stranieri), qual è il livello di conoscenza della lingua di chi vi partecipa, quali sono gli aspetti della vita di ciascun partecipante che potrebbe inficiare sul percorso (orari di lavoro, difficoltà di spostamento, etc.), età ed altre caratteristiche che potranno aiutare a migliorare il lavoro.
2. Creazione del Gruppo. Un numero variabile da 2 a 4 sessioni devono essere dedicate alla creazione di buone relazioni all’interno del gruppo ed a fare in modo che i suoi partecipanti si abituino alla modalità teatrale che implica l’uso del corpo e di altre modalità espressive che non sono familiari alla maggior parte dei partecipanti. Bisogna includere in questa fase giochi-esercizi di fiducia e group building ed esercizi per de-meccanizzare i partecipanti.
3. Esplorazione delle storie. A partire dal teatro-immagine e da brevi improvvisazioni, emergeranno delle storie che rispecchiano la vita reale ed i conflitti delle persone partecipanti. Il focus non è quello di sviscerare delle storie, né di creare un setting terapeutico, ma piuttosto quello di scoprire quali sono le storie ed i conflitti che coinvolgono la maggior parte del gruppo.
4. Creazione di un prodotto finale. E’ importante per chi facilita e per i partecipanti, costruire un percorso con un inizio ed una conclusione. La conclusione di un laboratorio di teatro può essere una performance che includa momenti di teatro-forum/teatro dell’oppresso e di teatro playback/teatro spontaneo. Oppure, può essere un semplice momento rituale interno al gruppo, un cerchio ed un abbraccio/saluto finale.
5. Sistematizzazione. L’unica maniera per migliorare le nostre azioni è sistematizzarla, ovvero ordinare in un documento errori e buone pratiche apprese durante il laboratorio. La sistematizzazione è un potente strumento per migliorare i laboratori futuri ed a servizio di altre persone che vogliano cimentarsi nella facilitazione di questi tipi di percorsi.
Punti critici nel teatro per l’integrazione: come costruire un teatro ai confini del mondo
Di seguito vengono elencati i principali blocchi riscontrati nei laboratori svolti, e le strategie elaborate per superarli.
Blocco 1. Discontinuità di partecipazione al percorso. Molti partecipanti a questo tipo di laboratorio sono in una situazione di precarietà economica, abitativa, lavorativa ed emotiva. La loro presenza non può essere assicurata lungo tutto il percorso. L’entrata-uscita di partecipanti cambia il clima e le energie del gruppo. Spesso il gruppo risulta in questo modo poco carico per sperimentare le attività proposte.
Superamento del Blocco 1. Permettere e favorire l’inclusione di nuove persone durante il percorso, adattare le attività alle energie presenti in ogni sessione, sviluppare la massima flessibilità ed essere preparati a modificare completamente le attività previste.
Blocco 2. Mancanza di una lingua comune. La padronanza di una lingua, in particolare se questa lingua è la lingua madre, permette di esprimere le emozioni più profonde, il proprio sentire. L’incapacità di esprimere un disagio/un qualsiasi sentimento attraverso la parola può generare frustrazione e quindi chiusura/ripiegamento. La sostituzione della parola con il linguaggio del corpo non sempre trova facile espressione. Alcune culture limitano più di altre l’uso del corpo.
Superamento del Blocco 2. Elaborare attività che permettano ai partecipanti di esprimersi nella propria lingua madre o nella lingua in cui si sentono maggiormente a loro agio. Nel teatro ciò che conta non è elaborare dialoghi complessi ma sviluppare differenti canali di comunicazione. Anche esercizi basati sui suoni o sul movimento (lì dove i partecipanti si sentano a loro agio) sono di grande utilità al superamento delle barriere linguistiche.
Blocco 3. La Motivazione. Fattori quali diffidenza, sfiducia, situazioni di stress, preoccupazioni per i documenti o per il lavoro, disorganizzazione, incidono sulla motivazione alla partecipazione. In aggiunta, in alcuni gruppi i partecipanti si sentono quasi-obbligati a partecipare (ad esempio richiedenti asilo all’interno delle attività proposte in un centro di accoglienza). La scarsa motivazione genera poca partecipazione dei presenti, oppure l’abbandono dell’esperienza.
Superamento del Blocco 3. Offrire ai partecipanti degli strumenti di Valore, ovvero un percorso che li aiuti a cambiare la loro vita. Far comprendere come il teatro può aiutare a migliorare la loro capacità di comunicazione e di integrazione della società. Creare un gruppo dove vi siano legami semplici, sinceri, intensi. In questo modo le persone avranno voglia di incontrarsi settimana dopo settimana, di camminare insieme, di cambiare la loro vita insieme.
Una sessione di Teatro Sociale per l’Integrazione
Una sessione tipo deve contemplare i seguenti momenti. a) Arrivo dei partecipanti e preparazione b) Riscaldamento c)Climax energetico d)conclusione e condivisione
a) Arrivo e preparazione. Dopo l’arrivo le persone partecipanti possono essere coinvolte nella preparazione dello spazio del laboratorio. Questa attività contribuirà a costruire senso di appartenenza.
b) Riscaldamento. Proporre esercizi che permettano alle persone partecipanti di conoscersi, se è il primo incontro, o di rompere il ghiaccio. Sono esercizi che dovranno permettere di superare le barriere di diffidenza e di timidezza e creare un clima allegro e disteso.
c) Climax energetico. Si tratta dell’attività centrale, quella con maggior energia, costituita di solito da un esercizio di teatro immagine o da una improvvisazione. UN esercizio dove vengono incluse differenti modalità espressive e dove i partecipanti avranno la massima possibilità di esprimersi.
d) Conclusione e condivisione. E’ bello concludere ogni sessione con un momento rituale dove ciascuno possa esprimere con la parola o in maniera creativa come si sente. Questo momento rappresenta anche uno strumento di valutazione per chi facilita in modo da aggiustare il tiro nella seguente sessione.
La cassetta degli attrezzi
Di seguito sono descritti alcuni strumenti che abbiamo sperimentato all’interno di laboratori di Teatro per l’Integrazione. Gli strumenti sono divisi per categoria.
Dare indicazioni ad un gruppo senza parole
• E’ utile apprendere a dare indicazioni a qualsiasi gruppo senza usare le parole. Attraverso l’uso dei gesti e di suoni che accompagnano il movimento è possibile indicare ad un gruppo come disporsi nello spazio ed altre semplici azioni da compiere, come camminare, correre, stare a terra, abbracciarsi etc. Alcune tecniche clown, legate alle imitazioni (imitare ed essere imitati) possono aiutare a tal scopo.
Giochi-esercizi nel mondo trasparente
• Far circolare un oggetto in cerchio. Ad ogni giro l’oggetto cambia caratteristiche. Diventa più pesante, più leggero, caldo, buono da mangiare, etc.
• L’oggetto può dar luogo ad ulteriore creatività fino a delle vere e proprie improvvisazioni
• In alternativa, l’improvvisazione può partire dopo aver definito una situazione. Es. una partita di calcio, al parco, in famiglia etc.
Giochi-esercizi con suoni
• Una persona fa un suono e tutti gli altri la imitano.
• Una persona fa un suono ed un movimento e tutti
• In cerchio si passa un suono: Zap verso destra. Subito dopo verso sinistra si passa un altro suono: Zip. E così via se ne possono aggiungere altri: Zop, Zep, Zup.
• Quante A: in cerchio ciascuno pronuncia la lettera A in una maniera differente, con il proprio tono e la propria interpretazione teatrale.
Giochi-esercizi multilingua
• Si sceglie una parola e ciascuno la dice nella propria lingua. Es: casa.
• Ciascuno dice quella parola nella propria lingua accompagnandola da un movimento.
• Ciascuno dice quella parola nella propria lingua camminando nello spazio e incontrando un’altra persona si presenta con quella parola.
• Si sceglie un argomento e si creano delle scene dove ciascuno interpreta un ruolo parlando nella propria lingua.
• Due persone mimano una situazione ed altre due persone, fanno le voci. Le due voci parleranno due lingue differenti.
Giochi-esercizi con il corpo
• Si scrive il proprio nome in aria. Ogni volta il nome diventa sempre più grande. Si scrive con la mano e poi con altre parti del corpo. Si usa tutto il corpo per disegnare il proprio nome in aria.
• Ipnotismo colombiano. A coppie. una persona ipnotizza l’altra con la propria mano. La persona ipnotizzata dovrà muoversi in modo tale che i proprio viso sia sempre alla stessa distanza dalla mano di chi ipnotizza.
• Specchio: una persona si specchia nell’altra. Lo specchio può diventare poi ingranditore, rimpicciolitore, o muoversi nello spazio insieme alla persona che si specchia.
Gestione dei conflitti-group building
• Hula hoop: il gruppo si dispone in cerchio. Ogni componente deve tenere contribuire sostenere un hula hoop con le due dita mentre il palmo della mano è rivolto verso l’alto. La seguente fase è appoggiare l’hula hoop a terra. Il tutto deve essere eseguito senza mai lasciar andare il cerchio-hula hoop Un’attività apparentemente semplice ma che di fatto crea dinamiche nuove e interessanti all’interno del gruppo (il baro, il leader, chi offre soluzioni, chi si scoraggia subito..ecc)
Giochi-esercizi con Immagini
• La base di questo insieme di giochi è il teatro immagine, basato sulla creazione di immagini con il corpo. Ogni persona può creare la propria immagine oppure, in coppia una persona può scolpire l’altra come fosse argilla.
• Si possono creare immagini individuali, in coppia o con molte persone.
• Si possono creare immagini a cui poi viene dato un significato oppure si può partire da una parola o un argomento e a partire da lì vengono create le immagini.
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